Tavola rotonda

Federalismo differenziato e autonomia territoriale per la Pubblica Amministrazione

  • Costanzo D’Ascenzo
    Dirigente Ispettorato Generale per la Finanza delle Pubbliche Amministrazioni
    – I.Ge.P.A., RgS
  • Beatrice Covassi – Parlamentare europea

  • Pier Virgilio Dastoli – Presidente del Movimento Europeo Italia

  • Giampaolo De Paulis – Già Direttore centrale Ufficio Federalismo fiscale del Mef 
  • Renato Loiero – Consigliere per le politiche di bilancio del Presidente del Consiglio dei Ministri
  • Annalisa D’Amato – Responsabile Anci

La Pubblica Amministrazione e le comunità devono, oggi, rafforzarsi trovando nell’identità specifica dei territori, la matrice comune che rende ognuno cittadino italiano, europeo, dell’intero pianeta. È dalla relazione tra dimensione locale e globale che può emergere un “Rinascimento” culturale dell’identità europea capace di trovare le forze per mostrare i propri valori e ideali umanitari. La spinta verso l’autonomia differenziata divide l’opinione pubblica che si interroga sugli effetti di una riforma in senso federalista: da taluni vista come una leva per raggiungere maggiore sviluppo ed equità, da altri percepita invece come una involuzione che inasprirà i divari, già profondi, che spaccano il paese. La Tavola rotonda ha l’obiettivo di promuovere un dialogo aperto sul ruolo delle autonomie territoriali e sull’organizzazione che può assumere la Pubblica Amministrazione in questo contesto.

La spinta verso l’autonomia differenziata divide l’opinione pubblica che si interroga sugli effetti di una riforma in senso federalista. La riforma sarà una leva per raggiungere maggiore sviluppo ed equità o porterà ad inasprire le differenze che già spaccano il Paese? Questa la domanda alla quale hanno tentato di dare risposta i relatori intervenuti nel corso della Tavola rotonda “Federalismo differenziato e autonomia territoriale per la Pubblica Amministrazione”, che ha animato la prima parte della mattinata conclusiva di “forum Civica: uno sguardo ai valori etici, morali e civici che guidano la Pubblica Amministrazione”.

Al dibattito è intervenuto, tra gli altri, Costanzo D’Ascenzo – Dirigente Mef-Ragioneria generale dello Stato che è a capo dell’Ufficio che si occupa dell’attuazione del Federalismo fiscale regionale e locale e dell’Autonomia differenziata.

L’Autonomia differenziata – ha detto il Dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze – è in Costituzione da 20 anni. Solo adesso con il Ddl. e le disposizioni introdotte in ‘Legge di bilancio’ sono state introdotte le norme che dovrebbero dare avvio alla riforma. Questo non vuole essere uno strumento per dividere ulteriormente il Paese ma, al contrario, per unirlo. Il meccanismo perequativo ha dei limiti che devono sicuramente essere superati. Come Ragioneria generale dello Stato abbiamo ritenuto indispensabile definire in primis i livelli essenziali delle prestazioni”.

Al momento – ha evidenziato D’Ascenzo – la riforma è a saldo zero, nel Ddl. c’è anche la possibilità di definire i ‘lep’ con oneri aggiuntivi. Questa operazione non serve solo all’autonomia differenziata, riguarderà tutto il territorio nazionale. Gli obiettivi e i livelli di servizi dovranno essere garantiti in pari misura dalle regioni e dallo Stato”.

Una posizione, quella di D’Ascenzo, che non è stata interamente condivisa da un altro dei relatori, Giampaolo De Paulis – Già Direttore centrale Ufficio Federalismo Fiscale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha invece commentato: “L’operazione non può essere a saldo zero, le funzioni trasferite resteranno in capo allo Stato. Tra l’altro la stessa finanziaria prevede l’assunzione presso il Dipartimento per gli Affari regionale un Direttore generale e altre figure, il saldo zero non è quindi possibile. Il problema della spesa storica è un problema perché si porta dietro tutti i problemi delle regioni e degli enti locali. Le differenze ci sono e dobbiamo tenerne conto. Sono 22 anni che abbiamo il titolo V e non sembra che l’Italia sia migliorata, il debito italiano cresce costantemente e i servizi delle regioni non sono migliorati, dimostrando che dal punto di vista dell’efficienza qualche problema il Federalismo lo ha”.

Anche Pier Virgilio Dastoli – Presidente del Movimento Europeo Italia, ha condiviso le sue perplessità sul tema. “A me non ha mai entusiasmato la riforma del Titolo V, l’autonomia differenziata rischia di allontanarci ancora di più dall’Europa, e da questo punto di vista vi sono molte preoccupazioni”. Dastoli ha toccato anche il tema del “Pnrr”, evidenziando come l’UE abbia “dimostrato negli anni di avere la capacità di reagire alle emergenze, ma la questione che solleviamo noi come movimento europeo è anche che ci sia, parallelamente a questo, la capacità di programmare. Per questo c’è bisogno di portare avanti le riforme, aldilà del ‘Pnrr’, come quella fiscale che è fondamentale. Noi non siamo convinti che la riforma (del federalismo differenziato) sia coerente con un federalismo equo e solidale”.

La voce dei Comuni è stata rappresentata al tavolo da Annalisa D’Amato – Responsabile Anci con numerose deleghe, tra cui quella al welfare e le riforme istituzionali, che ha evidenziato che “L’attuazione dell’art. 116, comma 3, della Costituzione, non può che essere occasione di crescita per l’intero Paese. Se abbiamo ben presente il contesto in cui si colloca, l’attuazione dell’autonomia differenziata può essere un’occasione di crescita. Non deve pregiudicare l’attuazione del 119 e del 118, quando si dice che i comuni sono il baluardo della democrazia sul territorio. Il percorso di attuazione come definito dal Ddl. in qualche misura sembra contraddire l’art. 118”.

Tavola rotonda

Spunti per una nuova amministrazione pubblica

  • Antonio Colaianni – Direttore Centrale della Finanza Locale – Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali presso il Ministero dell’interno
  • Bernard Dika – Portavoce del Presidente della Regione Toscana
  • Adriano Fabris – Professore ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Pisa 
  • Valerio Iossa – Direttore generale dell’Unità di missione per l’attuazione del Pnrr istituita presso il Dipartimento della Funzione pubblica
  • Luca Toschi – Presidente Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS e Direttore Lab Center for Generative Communication del Polo Universitario Città di Prato
Chi assume un incarico pubblico in Italia si impegna, tra le altre cose, ad osservare lealmente la Costituzione e le leggi e ad adempiere ai doveri del proprio ufficio nell’interesse dell’amministrazione per il bene pubblico. Quanto è attuale e radicata la percezione di questo impegno verso la collettività nel mondo dei dipendenti pubblici italiani? Quanto la nostra Pubblica Amministrazione è in grado di creare circuiti virtuosi che spingano i dipendenti a percepire l’importanza di questa funzione? Senso civico, bene comune, valori etici e morali saranno al centro della tavola rotonda che ha come obiettivo quello di indagare il ruolo che la Pubblica Amministrazione assume o dovrebbe assumere nel fare il “bene” dei cittadini.

La seconda Tavola rotonda della giornata, “Spunti per una nuova amministrazione pubblica”, si poneva l’obiettivo di fornire nuovi spunti di riflessione sugli orizzonti su cui è opportuno intervenire per facilitare questo processo di rinnovamento e per far sì che nelle nuove generazioni e nei nuovi amministratori riviva lo “spirito pubblico”.

Sono intervenuti: Antonio Colaianni – Direttore centrale per la Finanza locale, Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, Valerio Iossa, Direttore generale dell’Unità di Missione per l’attuazione del “Pnrr” istituita presso il Dipartimento della Funzione pubblica, Adriano Fabris, Professore ordinario di Filosofia morale all’Università di Pisa e Luca Toschi, Presidente Centro Ricerche “Scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS.

Il Direttore in forza al Viminale, Antonio Colaianni, ha evidenziato che “è in corso un cambiamento di cultura nella P.A. rispetto ai rapporti con l’esterno. Le difficoltà comunque ci sono, e il cambiamento è difficile da portare avanti. C’è immissione di personale nuovo, giovani. Oggi il privato è più in concorrenza con la P.A. Un flusso consistente di nuovi funzionari è confluito verso le prefetture proprio in supporto degli enti locali nella messa a terra dei progetti; tuttavia, ci siamo ritrovati molte sedi scoperte perché tanti vincitori non si sono presentati”.

Luca Toschi ha ricordato che il consenso si costruisce insieme, non si pone top-down. “Per la costruzione del consenso – ha detto – è necessario avviare pratiche innovative, andando sul territorio e incontrando i cittadini. La vera politica si fa nel presentare in modo coerente e comprensibile i bilanci a tutta la cittadinanza e coinvolgendola in modo partecipativo alla vita pubblica. Invece, le nuove tecnologie utilizzate per promuovere la comunicazione, anche politica, meccanizzano le persone: il rischio è quello di perdere il senso di quello che si sta facendo”.

Posizioni abbracciate anche dal Docente dell’Ateneo pisano, Adriano Fabris che ha evidenziato come “l’informatizzazione, raggiunta con grandi sforzi e investimenti, non sempre ha portato a una semplificazione delle pratiche ma a volte al contrario o a un affiancamento alle vecchie procedure. Con la privatizzazione i cittadini sono diventati clienti, ma i cittadini hanno diritto a determinati servizi. Di conseguenza i servizi dovevano essere pubblicizzati e fatti oggetto di marketing e si sono diventati strumento per la comunicazione politica”.